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16 lug 2007

I'm


L’abituarsi ad un emozione, sul treno ieri ti ho sognata.

In quel vagone.

Ti ho voluta.

Il ricordo.

L’attesa.

I discorsi di persone che io non volevo.

Attimi infiniti e poi tu.

Pelle contro il mio pensiero.

Inerme forza per provare a fermare l’inevitabile.

Svolgersi di te. Su di me.

Ti amo. Inevitabile paura.

Ti amo. Falso pregiudizio.

Ti amo come colore fresco che cola su una tela candida. E subito dopo divento un sigaro.

E fumo voluttuoso tra le umide labbra di un dott. di Londra. Soffice e sinuoso m’infilo nella lieve stempiatura brizzolata. Sono la nera lana del suo dolce-vita.

Sono il ghiaccio nel bicchiere di Brandy.

Sono il tuo ultimo orgasmo.

Sono altro ma non te lo dico.




Sono la farfalla della morte.

Sono una madre che ha paura di suo figlio.

Sono il dolore.




Ti cercherò quando un giorno riderai di me.

Senza saperlo.

Ad una tua amica tu parlerai di me.

Senza soggetto.

Senza verbo.

Senza “esistere” io sarò impresso nelle tue parole.

E in quel momento diverrò pietra.




Sono nei tuoi sguardi.

Sono un controsenso.

Sono pane e velluto.

Sono le luci di un porto lontano.

Sono un cerchio.

Sono il colore giallo.

Sono un arco senza frecce.

Sono la tua paura.


6 lug 2007

venere



Smettila di giocare con il telefono


importuna me


si ti sto sfidando amante indiscreta

voglio violare i tuoi segreti

levati dal torpore della mediocrità


sei nata per godere


tu ed io

un diversivo penetrante

giocheremo con l’anima

e ciò che non conosciamo


ci ammirerete sconvolti

senza sapere


la tua sfacciata curiosità

c’impegnerà molto


sarò un intruso felice

dentro la tua gioia


sempre in viaggio

libere incognite che inseguono la primavera

con il bagaglio leggero

senza meta


disubbidienti


trasgressivi


profanatori


e quando finiremo la notte

ti ammirerò

nuda

mentre cerchi la tua pace

e non riuscirò a dormire

perché dovrò scrivere di te


solo per te


che sei nata per godere