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24 mag 2007

lettera aperta

Ci avete traditi.

Delusi.

Inguaiati.

Ora noi non sappiamo più che fare. Cosa è giusto… dove andare.

Noi, i ragazzi del consumismo.

Noi, i ragazzi dello zoo occidentale.

Viviamo nelle metropoli, popolate da ricchi lavoratori civilizzati, non ci manca nulla, possiamo comprare tutto, siamo sempre calmi e obbedienti, fieri di appartenere…

il nesso ce lo spiegherete poi…

Leggeri, veloci, spesso “scontati”

Una generazione Avanti, tutti con il telefonino, il portatile, il satellitare, la parabola, tutti informati di tutto, giornali, internet, blog, ansa, telegiornali, ultima ora…

tutti tranquilli, perché tanto ormai non ci scappa niente.

Noi, che desideriamo tutto ciò che costa troppo.

Noi, che non abbiamo idea di cosa vogliamo.

Noi, che crediamo a tutto ciò che ci avete venduto come buono.

Noi, che desideriamo una vita migliore

guardiamo al mondo con la speranza di chi non vuole mollare

e ci facciamo prendere alla sprovvista quando dobbiamo anche solo giocare con la vita

ci spaventano i valori, le persone vere, i folli…

abbiamo paura di tutto, e il terrore del diverso,

vorremmo che il mondo intero ci assomigliasse… tutto uguale, tutto bello, tutto buono…

non crediamo a nulla che non sia uguale a noi

cerchiamo lo standard, il metro di paragone delineato dalla società…

Sappiamo tutto… con un clic.

Non c’interessa nulla realmente,

ci definiamo razionali, e ci colpisce il “flirt” finito in prima pagina…

teneri

ci definiamo irrazionali, e controlliamo il nostro conto in banca ogni mattina…

ansiosi

ci definiamo, ma il metro di misura è errato…

Cosa stiamo diventando?

Verso cosa stiamo correndo?

Se mi giurate tutti che è questo ciò che vogliamo allora ce lo meritiamo

Deleghiamo la nostra vita in ogni istante, chiediamo alla tv di informarci e intrattenerci, alle radio di distrarci, al governo di guidarci, alla banca di amministrarci, ai nostri amici di sostenerci nei momenti di bisogno, ai nostri pater di amarci…

e a noi non ci rimane che lamentarci, inermi davanti al nulla delle nostre decisioni.

Comodi, paghiamo, ci lamentiamo e ci nascondiamo, senza mai metterci veramente in gioco, senza provarci… senza lottare.

Si percepisce chiaro il grado di squilibrio.

Il traffico, gli orari rigidi, le città sempre meno a misura d’uomo, lavori massacranti, lavori inutili, bugie… sempre. Ovunque, siamo arrivati al punto di mentire a noi stessi per spingerci ad andare avanti… come se fossimo obbligati a farcela, ad arrivare. Ma dove?

Mentiamo sul lavoro, ogni giorno, tutti sappiamo perfettamente tutto… quindi giù la maschera, per favore, sorrisi inutili con colleghi insostenibili, discussioni leggere ad ogni dove, pur di non affrontare argomenti in cui ci si deve schierare, con la paura di dover mettersi in gioco o di trovare qualcuno che la pensa diversamente da noi, parliamo di calcio, di televisione e di disgrazie.

Smettiamola con i sorrisi falsi e le sceneggiate da Oscar, si recita a teatro non nella vita di tutti i giorni.

Fallimento totale.

Difendiamo la natura, ma la natura si saprà difendere da sola.

Iniziamo con il difendere noi stessi, ad amarci solo un po’ di più.

Siamo noi al centro dell’universo in questi anni… e ci stiamo cancellando.

Siamo destinati a finire.

Ma questo non interessa.

siamo le rappresentazioni viventi del potrei ma non oggi…

lasciamo andare gli anni migliori con la speranza che…

tutto ha una fine, nulla è per sempre. Dovremmo iniziare a pensarlo anche su di noi.

L'uomo consiste di due parti, la sua mente e il suo corpo. Solo che il corpo si diverte di più.

La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.

18 mag 2007

juri

... Sa, è molto bella l'immagine di un proiettile in corsa : è la metafora esatta del destino. Il proiettile corre e non sa se ammazzerà qualcuno o finirà nel nulla, ma intanto corre e nella sua corsa è già scritto se finirà a spappolare il cuore di un uomo o a scheggiare un muro qualunque. Lo vede il destino ? Tutto è già scritto eppure niente si può leggere ...