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8 mar 2011

8 marzo 2011 - Donna -

Donna,

l’origine

la madre

la bambina

l’infausta

l’amata.

Il dolce tremore.

Il ricordo impreciso

in un racconto indelebile.

Un sorriso ironico.

La fragranza irriverente di

lacrime infrante.

Donna

risveglio

gioia

rudimento

nostalgia.

Mare di solitudini.

Crepuscolo di follia.

Legno umido.

Fumo d’incenso.

Londra in metropolitana.

Donna

fomento

angoscia

arroganza

amplesso.

Donna

confusione.

Donna

orgoglio.

Un bianco e nero inenarrabile,

perversione in un pensiero stupendo.

Distesa di libri

in stanze vuote

di case abbandonate.

Delirio compiaciuto.

Consumata, dissipata, viva.

Donna

Deliziosa Donna,

frutto del suo Sentire,

predisposta nel divenire…

lasciati perlustrare

fatti prosciugare

accettati

accogliti

posizionati

e poi abbandonati…

Abbandona le imprecisioni

i finti preconcetti

le frottole prestabilite.

Entra ed immergiti

lentamente

lasciati scaldare

ripetutamente

dal fuoco che brucia

attimi di noi

per dar vita

a questo nostro Amore.

25 feb 2011

Imbarcarsi

le parole sono come le persone

hanno un'anima

non bisogna cercarle

ci sono già

bisogna riconoscerle

questo è importante

riconoscerle

e quando le vogliamo usare le dobbiamo scegliere con cura

perché anche le parole

allo stesso modo delle persone importanti

devono prima passare dal cuore


15 gen 2011

...fiore di oleandro

“Sono nella pioggia

che scivola sul parabrezza,

nella canzone che sta passando alla radio,

nelle tue labbra che sorridono quando pensano a noi.

Non può piovere per sempre.

Sto aspettando torni il sole…”

Lievi, dolci parole, appena sussurrate,

quasi a volerle imprimere nel vetro un po’ appannato,

le lasciò scivolare via,

così

leggere,

veloci…

Quella certa ragazza ormai,

non considerava nemmeno più il mondo attorno a lei,

non cercava più nessuna cosa,

alcuna risposta

fissava la vita di quella fredda mattina d’autunno scivolarle a fianco,

con lo stesso distacco con cui si guardano le foglie dagl’aceri

cadere in autunno,

così, come se fosse un niente, la vita.

Incuranti, a guardare il miracolo,

disinteressati davanti al ciclo naturale delle cose,

piccole foglie che lasciano la “Madre”

per ritornare ad Essere qualcos’altro… nel tutto, nell’insieme degli eventi.

La morte, che porta con sé, sempre, una rinascita.

Aveva il viso appoggiato al freddo finestrino

di quell’automobile diretta verso l’aeroporto,

che sfrecciava veloce attraverso i campi coltivati,

di quella infinita pianura.

L’ennesimo viaggio.

L’ennesima partenza.

Un altro distacco.

“Il problema ormai, è trovare la definizione esatta.”

Questa era stata la sua unica frase durante tutta la cena della sera prima.

Lui sapeva a cosa si riferiva.

In un certo qual modo la si poteva capire,

non è mai bello nella vita, non conoscere, dentro,

non capire qual è il nostro posto nel mondo

non sapere più ormai, se si sta partendo o tornando.

In lui un’immagine fissa, arrivata alla mente dai meandri di una notte

passata a riflettere, a cercare di trovare un modo per risolvere,

per riordinare

un ingarbugliato intreccio di confusione e rabbia…

un immagine fissa di lei:

una luna ormai persa nei labirinti infiniti di un cielo buio,

che non riesce più ad incontrare il suo sole,

per regalarsi quell’istante di infinita estasi,

l’eclissi,

l’unione di due corpi che insieme generano una forza talmente forte

da velare la terra, avvolgendola nel buio, nel mistero

nella magia.

Un abbraccio infinito che riesce a

toglie la luce al mondo reale.

“dimentichi una cosa”

...

Disse lui a voce ferma,

deciso

fissava la strada e non si scompose

ma iniziò a leggere dentro di se quelle parole che da sempre

erano incise nel suo cuore e che se ne restavano lì, ferme,

in attesa di quel momento

in attesa,

che anche quella pagina prendesse forma

“sei anche nella bellezza di quel fiore,

di quel bel fiore di oleandro...

rosa, fresco, vivo…

fiorito su quel dirupo, tra la terra e il niente...

aggrappato alla sua roccia,

baciato dal sole,

accarezzato dalla brezza,

che ti riporta ogni giorno il profumo del mare

e te ne rimani lì,

a bere la pioggia,

a considerare le stelle,

ad apprendere l’alternarsi delle maree

io invece, me ne sto qui e ti osservo

dal basso di questa terrazza, di questa casa,

affacciata sul mare,

sul nostro oceanomare,

che ci osserva e ci guida,

consigliandoci sempre le cose giuste

potrei risalire gli scogli

e venire a coglierti

ma tu lo sai che non lo farei mai,

io ti osservo

bellissima e pura

mentre fortifichi le tue radici

e se un giorno sentirai

che è giunto il momento di lasciare la roccia

ti lascerai cadere

giù, libera

nell’infinito vortice

dove si incontra il tutto …

terra, calore, buio

aria, stelle, sole

istanti, rimpianti, parole

carezze, lacrime, sudore, spasmi…

sfiderai l’abisso, per sfiorare il tutto

il vento deciderà per te,

perché tu, senti il vento

e di lui, ti sei fidata

e se ti condurrà su quel terrazzo,

quel terrazzo sarà la tua borderline

tra la vita e l’incanto

tra cielo e mare

catturata da quest’effimera e splendida realtà,

schiava ormai del sogno da cui prende origine

non avere mai nessun dubbio,

io sarò sempre su quella terrazza,

la nostra terrazza,

sospesa tra il nulla e il chissà dove,

e se vorrai trovarmi, perché solo tu potrai farlo

lascia che sia il vento a portatrici

io me ne starò lì, solo, a suonare il pianoforte,

bello e dannato come ti piace

con la giacca dello smoking sullo schienale,

fusciacca e papillon ben piegati e riposti sulla sedia

borsalino e bastone appoggiati sulla coda del piano

capello lungo, un vedo e non vedo sugl’occhi

barba di tre giorni

camicia bianca aperta

pantalone elegante sostenuto da bretella

scalzo … assolutamente a piedi nudi

calice di franciacorta rosé

riempito per metà

bottiglia nel cestello colmo di ghiaccio

le mie dita sui tasti

i miei occhi su di te

le labbra e le fossette

che s’incontrano in un sorriso

E questa musica…



14 apr 2010

coccinella...


Per ogni uomo che aveva ragione nell’insistere…
Per ogni uomo che la chiama per sapere se è tornata a casa
Per ogni uomo che se ne rimane seduto ad aspettare ore solo per vederla dieci minuti
Per ogni uomo che vuole solo “sentirla”
Per ogni uomo che le ha confidato i suoi segreti…
Per ogni uomo che ha provato a dimostrarle quanto le volesse bene attraverso ogni parola e respiro
Per ogni uomo che ha pensato “..è lei..”
Per ogni uomo che ha creduto nei suoi sogni
Per ogni uomo che avrebbe fatto qualunque cosa perché lei li potesse realizzare
Per ogni uomo che l’ha accompagnata alla macchina
Per ogni uomo che ci mette il cuore
Per ogni uomo che guardandola la prima volta è rimasto lì, per sempre in quell’attimo…
Per ogni uomo che prega perché lei sia felice anche se non è con lei
Per ogni uomo che sogna solo che il vento la porti da lui…
Per ogni uomo che chiede solo di viverla
Per ogni uomo che pagherebbe con la vita solo per un altro istante…
Per ogni uomo che nella pioggia cerca il suo calore…
Per ogni volta che ti ho abbracciata senza un vero motivo…
Per ogni volta che non sono riuscito a dirti ciò che volevo davvero
Per ogni volta che rimango estasiato davanti all’infinito del tuo sguardo
Per ogni volta che avrei voluto sdraiarmi li, di fianco a te, per ascoltarti respirare
Per ogni volta che da solo non è facile
Per ogni volta che sono felice perché so che ti rivedrò…
Per ogni volta che suona il telefono e so che sei tu
Per ogni volta che immagino come sarai felice quando ti porterò a Parigi
Per ogni volta che mi abbandono a te, completamente
Per ogni volta che… “mio Dio smettila…”
Per ogni volta che fare colazione nudi nel letto con te… che meraviglia…
Per ogni volta che vedo posarsi una Coccinella
Per ogni volta che sei con me, e tutto è al suo posto
Per ogni volta che… ok piccola, tutto quello che vuoi…

Noi alla fine è una bella parola.

"...mentre lottavo, vedevo gli altri che parlavano in nome della libertà e, quanto più difendevano questo diritto assoluto, tanto più si dimostravano schiavi dei desideri dei genitori, di un matrimonio in cui avevano promesso di rimanere accanto al coniuge “per il resto della vita”, oppure si rivelavano succubi della bilancia, delle diete, dei progetti interrotti a metà, degli amori ai quali non si poteva dire “No” o “Basta”, dei fine-settimana in cui erano costretti a pranzare con chi non desideravano. Schiavi del lusso, dell’apparenza del lusso. Schiavi di una vita che non avevano scelto, ma che si erano obbligati a vivere: perché qualcuno, alla fine, li aveva convinti che quell’esistenza era la migliore per loro. E così attraversavano giorni e notti tutti uguali, in cui l’avventura era soltanto una parola in un libro o un’immagine del televisore sempre acceso, e ogni volta che si apriva una porta, loro dicevano: “Non m’interessa, non ne ho voglia.”
"...perché la libertà è sempre stata la cosa che più desidero e rispetto a questo mondo. È vero che questo mi ha portato a bere vini che non mi sono piaciuti, a compiere azioni che non avrei dovuto fare e che non rifarò, ad avere sul corpo e nell’anima moltissime cicatrici, a ferire qualcuno – a cui ho finito per chiedere perdono, in un’epoca durante la quale mi rendevo conto di poter fare tutto, tranne che forzare un’altra persona a seguirmi nella mia follia, nella mia sete di vivere. Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto, porto su di me le cicatrici come se fossero medaglie, so che la libertà ha un prezzo alto, alto quanto quello della schiavitù. L’unica differenza è che si paga con piacere, e con un sorriso – anche quando quel sorriso è bagnato dalle lacrime."


Noi alla fine è una bella parola.




Ma come si fa a fare l’amore ?!?


Insomma, un conto è che te lo trovi lì, e va bene…
Lo trovi già fatto e lo prendi... felice come un calzino usato
Ma a farlo ??? così, dal nulla… ti metti li e lo fai?
Cioè, non è che te lo dicono come si fa…
Non ci sono le istruzioni
E allora ci provi un attimo e vedi cosa ne esce,
ma non è che poi c’hai subito la controprova…
come si dice…
dai che mi avete capito,
tu lo fai e poi?
E se non ne esce nulla
se ti ritrovi li con qualcosa che ti sembra, o meglio potrebbe…
maaaa… no!!! No scusate, rettifico, questo non è amore…
quindi tu vuoi farlo, ma ti esce uno schifo…
e quello se mi consentite non è amore, lo schifo…
Tu vuoi fare l’amore, cioè, sei proprio lì per quello
Per fare l’amore… che già di per se è difficile da dire
Fare l’amore… ma ci pensate
Siete lì, voi, e ti dicono fai l’amore
Ma come fai a fare una cosa che non sai com’è fatta
O meglio, che cos’è l’amore?
Non devi amare, non ti ho chiesto di amare… devi farlo.
L’amore…Ma che cos’è l’Amore …?
Riesci a fare una cosa che non riesci nemmeno spiegare cos’è?
Perché se l’amore è un sentimento, devi fare un sentimento…
Ma come lo fai un sentimento?
Sono confuso amore mio.
Io ritorno lì…
Con te,
nudo sul tetto del mondo
Ti prendo per mano
Così rimaniamo soli
Io e te
A guardarsi negl’occhi
Scambiandoci vita…
Dando libero sfogo a quel leggero sorriso
Che nasce impulsivo…
dentro…
Quella leggerezza d’anima che ci permette di volare via…
Lontano da tutti…
Tra le stelle amore
Come due piccole coccinelle
Che vibrano tra l’infinito e noi…
Ti prego ora stringimi
Stiamo diventando la stessa cosa
Unica e vera …
Solo noi
Immersi
Per sempre
In questa piccola lacrima
Solo noi
Per sempre…
dipingeremo l'Amore.

23 feb 2010

Birra Gelata...

Sei come il vento.

Ho la piena percezione del tuo essere
Mi circondi, ti respiro
Viviamo in simbiosi, complici…

Tuttavia, non posso stringerti.

Vivo il fremito,
protrarsi di un accadere inatteso
aspetto,
l’imprescindibile incrocio di sussulti.

Tu, dolce contaminazione.

Tu, e tutto diventa brivido,
trasalimento di suggestioni che davo ormai per distratte…
mi riporti all’essenza,
mi dai il coraggio di tornare alla fonte,
alla base del mio semplice essere…

Sei inevitabile …

Come questo sentimento,
che sgorga libero e puro.
Se deve essere, che sia Amore…

Quell’Amore !!!
Perché l’Amore trascina tutto.
Tracima, stracolma ed è contagioso.

Ti allaga, trasuda come birra gelata,
ti entra dentro e poi ti viene strappato via,
con calda rabbia…

Toglie le paure, spazza i dubbi.
Ti apre gl’occhi…
Ti fa volare, sentire vivo
Pieno
Ti dona luce, asciuga le lacrime,
ti scalda quando tutto intorno è fredda indifferenza.

L’Amore ti riempie,
e ti da la forza di stringere il vento…

22 gen 2010

Amarsi un pò...

15 nov 2007

Di tutto quello che vorrei "sentire" tu ci sei.

Lontana, qui, nella quiete… conseguenza di una lacrima.

Sono rimasto solo.

In mezzo a tutto questo nulla. Solo…

A piangere, aride gocce che mi solcano un viso troppo stanco per accettare tutto questo…

L’insostenibile senso d’inesattezza, questo equilibrio mancato che mi tormenta, ardo intensamente inutili simulazioni, dolori solo accennati e poi abbandonati all’inutile oblio di ricordi atti solo ad appesantire un’anima troppo afflitta per risalire da sola. Sto affondando inesorabile nel profondo del mio vuoto interiore… ci ho provato… tante volte… ma tu non c’eri e io da solo sono poco...

Ci ho provato ma sto cadendo… solo.

juri



Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. sappiamo molto meno di quanto
amiamo. Amiamo molto meno di quanto si possa amare.
E così siamo molto meno di ciò che siamo.

Laing

9 ago 2007

Vite diverse...



Nella mia vita ormai catalogo moltissime persone sotto la dicitura marmo.

Infatti queste persone sono come piccoli blocchetti di marmo, perfetti lucidi, inattaccabili e solidi.

La loro prerogativa è che in unione con altri blocchetti identici a loro possono formare una lastra di marmo, solida e ben amalgamata. E quando si uniscono queste persone si sentono invincibili e non temono nulla, riescono a scontrarsi con qualsiasi cosa senza il timore di subire danni… alle volte quando lo scontro è forte magari qualche blocchetto non ce la fa e rimane scalfito, ma la lastra è ben solida e arriva a destinazione… sempre.

Non hanno tempo da perdere si vuole tutto e subito e senza discussioni.

Attenzione, nulla può intaccare l’obbiettivo della lastra e nulla viene recepito o filtrato ai blocchetti perché tutto scivola addosso al marmo e tutto passa in secondo piano rispetto all’obbiettivo comune.


Io invece, mi sento più rappresentato da una piccola spugna, naturale, leggera, unica se vogliamo, piena di spazi vuoti, ma ricca di sostanza. Pronta a prendere forme diverse, ad assorbire tutto ciò in cui s’imbatte per caso, per gioco… per vivere.

La spugna viaggia da sola, portata dal vento.

Non ha un obbiettivo specifico.

Alle volte gli succede d’intrecciarsi con altre piccole spugne, simili a lei, gli capita di sporcarsi, o di strapparsi, capita spesso però che sia lei a decidere di donare un po’ di se, per la vita, e all’ora si lascia strappare via un pezzo, senza pretendere nulla.

Altre volte invece prende senza domandarsi se le piacerà. Tutto ciò che gli capita è bellissimo, infondo lei non ha chiesto nulla, assorbe tutto senza risparmiarsi e alle volte rimane intossicata dalla cattiveria che aleggia intorno a lei, altre volte gli capita di rimaner estasiata dalla tanta bellezza che le offre la vita.

Quando una spugna incontra il ghiaccio sa che dovrà attendere, ma per lei il tempo non è un problema, conosce il corso naturale delle cose.

E quando sul suo cammino trova il marmo, non ha paura, semplicemente lo ignora, la spugna sa che non deve cercare di adattarsi a mondi che non gli appartengono, finirebbe per perdere la sua utilità.

Altre volte,

perché è una spugna “fine”,

lucida il marmo e lo fa splendere, brillare… come non ha mai brillato prima, lo fa sentire la cosa più importante del mondo, perché alla fine di questo ha bisogno il marmo, ma è solo un attimo, appena la spugna riprende il suo cammino il marmo torna alla sua commedia e ricomincia a prender polvere, ricomincia il grigiore… ed anche se il marmo è convinto di essere sempre la cosa più importante del mondo, dentro inizia a sentire il freddo… leggero, pungente, arriva senza fare rumore, come una nevicata in gennaio… e senza accorgersene il marmo inizia a pensare sempre di più alla spugna, la vorrebbe imitare, seguire… catturare, amare… ma lui è stato plasmato come marmo e non sa cosa sia una spugna…

non la capisce, la vuole ma non sa…

e per il semplice fatto di non riuscire a comprendere e il non riuscire ad essere, il marmo si irrita e trasforma il suo desiderio d’amore in odio…

rimanendo infelice per sempre e condannandosi per l’eternità a pensare alla spugna, nei momenti belli arriverà perfino a sognarla e nei momenti bui lui finirà per odiarla ed imprecare contro di lei…

... Quando vuoi davvero l'amore, lo troverai che ti aspetta.

Oscar Wilde

16 lug 2007

I'm


L’abituarsi ad un emozione, sul treno ieri ti ho sognata.

In quel vagone.

Ti ho voluta.

Il ricordo.

L’attesa.

I discorsi di persone che io non volevo.

Attimi infiniti e poi tu.

Pelle contro il mio pensiero.

Inerme forza per provare a fermare l’inevitabile.

Svolgersi di te. Su di me.

Ti amo. Inevitabile paura.

Ti amo. Falso pregiudizio.

Ti amo come colore fresco che cola su una tela candida. E subito dopo divento un sigaro.

E fumo voluttuoso tra le umide labbra di un dott. di Londra. Soffice e sinuoso m’infilo nella lieve stempiatura brizzolata. Sono la nera lana del suo dolce-vita.

Sono il ghiaccio nel bicchiere di Brandy.

Sono il tuo ultimo orgasmo.

Sono altro ma non te lo dico.




Sono la farfalla della morte.

Sono una madre che ha paura di suo figlio.

Sono il dolore.




Ti cercherò quando un giorno riderai di me.

Senza saperlo.

Ad una tua amica tu parlerai di me.

Senza soggetto.

Senza verbo.

Senza “esistere” io sarò impresso nelle tue parole.

E in quel momento diverrò pietra.




Sono nei tuoi sguardi.

Sono un controsenso.

Sono pane e velluto.

Sono le luci di un porto lontano.

Sono un cerchio.

Sono il colore giallo.

Sono un arco senza frecce.

Sono la tua paura.


6 lug 2007

venere



Smettila di giocare con il telefono


importuna me


si ti sto sfidando amante indiscreta

voglio violare i tuoi segreti

levati dal torpore della mediocrità


sei nata per godere


tu ed io

un diversivo penetrante

giocheremo con l’anima

e ciò che non conosciamo


ci ammirerete sconvolti

senza sapere


la tua sfacciata curiosità

c’impegnerà molto


sarò un intruso felice

dentro la tua gioia


sempre in viaggio

libere incognite che inseguono la primavera

con il bagaglio leggero

senza meta


disubbidienti


trasgressivi


profanatori


e quando finiremo la notte

ti ammirerò

nuda

mentre cerchi la tua pace

e non riuscirò a dormire

perché dovrò scrivere di te


solo per te


che sei nata per godere



27 giu 2007

tu


10 piccoli passi

e mi dimentico delle mie tante vite


10 piccoli passi

verso di me

li realizzi piano, incurante,


10 piccoli passi

e inizia a piovere

in un istante ritorno a vivere,

ti avvicini e mi sfiori.

“Dove hai imparato quel sorriso?”


Dolce, lenta.

Non finirà mai niente.


10 piccoli passi

E questa piazza svanisce

Il mondo fugge

Rimaniamo soli


Io

Te

E 10 piccoli passi

18 giu 2007

rubo

Ti ho chiamata, oggi, per rubare un po’ della tua voce,

prendere il tuo respiro,

un attimo

e le tue parole sono mie, le lego a me,

nell’eterna lotta che racchiudiamo in un singolo istante, ho preso tutto, avido di desiderio,

sfilo piano le immagini che crei in me, assimilo i tuoi concetti, ti ascolto e colgo ogni piccola sfumatura rendendolamia, per sempre…

è questo che faccio ogni giorno,

io rubo

rubo tutto ciò che trovo,

suoni immagini colori profumi momenti desideri rimorsi rimpianti sogni persone luoghi attimi…

io passo e ripulisco tutto,

frenetico impaziente morboso,

riesco persino a rubare del tempo,

smanioso come sono di vita,

rubo l’attenzione di sconosciuti

particolari di conversazioni amichevolmente frivole che scivolano in pomeriggi noiosamente passati in un caffè

rubo un tuo saluto quando ti cerco insistentemente con gli occhi

rubo le coccole della mia mamma

rubo piazza erbe al tramonto

Verona di notte

rubo le canzoni di Mina solo nella mia stanza

rubo il tuo sorriso quando mi guardi

rubo ogni cosa che mi leghi a te

gelosamente

rubo

Sarò per sempre dannato costretto come sono ad inseguire un nuovo presente,

tutto ciò che ho preso in fondo non l’ho più,

tutto ciò che credevo di possedere è solo un attimo,

che passa, veloce…

sarò sempre un esule che fugge per trovare…

e tutti gli attimi

le gioie

i sogni

i momenti vissuti

diventano inesorabilmente passato

forse un giorno riuscirò a fermarmi e capirò che non esiste blu, senza giallo e arancione

e che per la perfetta mescolanza delle tinte ci vuole tempo – calma – passione

forse un giorno tutto questo finirà e smetterò di rubare,

per ora mi accontento del tempo che ho preso a te…