Mi fermo. Mi chino e tolgo le scarpe. Le lascio sulla sabbia. Riprendo a camminare, a piedi nudi. Un certo ragazzo non si muove. Aspetta che io mi allontani di qualche passo.
Poi io dico, a voce abbastanza alta da farmi sentire:
“Ora andrò nel mare. E guarirò. Questo è quello che desidero. Guarire. Vivere. E un giorno diventare forte come te.”
Mi volto. Un certo ragazzo sorride. Cerca le parole. Le trova.
“Mi porterai con te?"
Per ogni uomo che la chiama per sapere se è tornata a casa Per ogni uomo che se ne rimane seduto ad aspettare ore solo per vederla dieci minuti Per ogni uomo che vuole solo “sentirla” Per ogni uomo che le ha confidato i suoi segreti… Per ogni uomo che ha provato a dimostrarle quanto le volesse bene attraverso ogni parola e respiro Per ogni uomo che ha pensato “..è lei..” Per ogni uomo che ha creduto nei suoi sogni Per ogni uomo che avrebbe fatto qualunque cosa perché lei li potesse realizzare Per ogni uomo che l’ha accompagnata alla macchina Per ogni uomo che ci mette il cuore
Per ogni uomo che guardandola la prima volta è rimasto lì, per sempre in quell’attimo…
Per ogni uomo che prega perché lei sia felice anche se non è con lei
Per ogni uomo che sogna solo che il vento la porti da lui…
Per ogni uomo che chiede solo di viverla
Per ogni uomo che pagherebbe con la vita solo per un altro istante…
Per ogni uomo che nella pioggia cerca il suo calore…
Per ogni volta che ti ho abbracciata senza un vero motivo…
Per ogni volta che non sono riuscito a dirti ciò che volevo davvero
Per ogni volta che rimango estasiato davanti all’infinito del tuo sguardo
Per ogni volta che avrei voluto sdraiarmi li, di fianco a te, per ascoltarti respirare
Per ogni volta che da solo non è facile
Per ogni volta che sono felice perché so che ti rivedrò…
Per ogni volta che suona il telefono e so che sei tu
Per ogni volta che immagino come sarai felice quando ti porterò a Parigi
Per ogni volta che mi abbandono a te, completamente
Per ogni volta che… “mio Dio smettila…”
Per ogni volta che fare colazione nudi nel letto con te… che meraviglia…
Per ogni volta che vedo posarsi una Coccinella
Per ogni volta che sei con me, e tutto è al suo posto
Per ogni volta che… ok piccola, tutto quello che vuoi…
"...perché la libertà è sempre stata la cosa che più desidero e rispetto a questo mondo. È vero che questo mi ha portato a bere vini che non mi sono piaciuti, a compiere azioni che non avrei dovuto fare e che non rifarò, ad avere sul corpo e nell’anima moltissime cicatrici, a ferire qualcuno – a cui ho finito per chiedere perdono, in un’epoca durante la quale mi rendevo conto di poter fare tutto, tranne che forzare un’altra persona a seguirmi nella mia follia, nella mia sete di vivere. Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto, porto su di me le cicatrici come se fossero medaglie, so che la libertà ha un prezzo alto, alto quanto quello della schiavitù. L’unica differenza è che si paga con piacere, e con un sorriso – anche quando quel sorriso è bagnato dalle lacrime."
Noi alla fine è una bella parola.
Ma come si fa a fare l’amore ?!?
Insomma, un conto è che te lo trovi lì, e va bene…
Lo trovi già fatto e lo prendi... felice come un calzino usato
Ma a farlo ??? così, dal nulla… ti metti li e lo fai?
Cioè, non è che te lo dicono come si fa…
Non ci sono le istruzioni
E allora ci provi un attimo e vedi cosa ne esce,
ma non è che poi c’hai subito la controprova…
come si dice…
dai che mi avete capito,
tu lo fai e poi?
E se non ne esce nulla
se ti ritrovi li con qualcosa che ti sembra, o meglio potrebbe…
maaaa… no!!! No scusate, rettifico, questo non è amore…
quindi tu vuoi farlo, ma ti esce uno schifo…
e quello se mi consentite non è amore, lo schifo…
Tu vuoi fare l’amore, cioè, sei proprio lì per quello
Per fare l’amore… che già di per se è difficile da dire
Fare l’amore… ma ci pensate
Siete lì, voi, e ti dicono fai l’amore
Ma come fai a fare una cosa che non sai com’è fatta
O meglio, che cos’è l’amore?
Non devi amare, non ti ho chiesto di amare… devi farlo.
L’amore…Ma che cos’è l’Amore …?
Riesci a fare una cosa che non riesci nemmeno spiegare cos’è?
Perché se l’amore è un sentimento, devi fare un sentimento…
Ma come lo fai un sentimento?
Sono confuso amore mio.
Io ritorno lì…
Con te,
nudo sul tetto del mondo
Ti prendo per mano
Così rimaniamo soli
Io e te
A guardarsi negl’occhi
Scambiandoci vita…
Dando libero sfogo a quel leggero sorriso
Che nasce impulsivo…
dentro…
Quella leggerezza d’anima che ci permette di volare via…
Ho la piena percezione del tuo essere Mi circondi, ti respiro Viviamo in simbiosi, complici…
Tuttavia, non posso stringerti.
Vivo il fremito, protrarsi di un accadere inatteso aspetto, l’imprescindibile incrocio di sussulti.
Tu, dolce contaminazione.
Tu, e tutto diventa brivido, trasalimento di suggestioni che davo ormai per distratte… mi riporti all’essenza, mi dai il coraggio di tornare alla fonte, alla base del mio semplice essere…
Sei inevitabile …
Come questo sentimento, che sgorga libero e puro. Se deve essere, che sia Amore…
Quell’Amore !!! Perché l’Amore trascina tutto. Tracima, stracolma ed è contagioso.
Ti allaga, trasuda come birra gelata, ti entra dentro e poi ti viene strappato via, con calda rabbia…
Toglie le paure, spazza i dubbi. Ti apre gl’occhi… Ti fa volare, sentire vivo Pieno Ti dona luce, asciuga le lacrime, ti scalda quando tutto intorno è fredda indifferenza.
L’Amore ti riempie, e ti da la forza di stringere il vento…
Lontana, qui, nella quiete… conseguenza di una lacrima.
Sono rimasto solo.
In mezzo a tutto questo nulla. Solo…
A piangere, aride gocce che mi solcano un viso troppo stanco per accettare tutto questo…
L’insostenibile senso d’inesattezza, questo equilibrio mancato che mi tormenta, ardo intensamente inutili simulazioni, dolori solo accennati e poi abbandonati all’inutile oblio di ricordi atti solo ad appesantire un’anima troppo afflitta per risalire da sola. Sto affondando inesorabile nel profondo del mio vuoto interiore… ci ho provato… tante volte… ma tu non c’eri e io da solo sono poco...
Ci ho provato ma sto cadendo… solo.
juri
Noi pensiamo molto meno di quanto sappiamo. sappiamo molto meno di quanto amiamo. Amiamo molto meno di quanto si possa amare. E così siamo molto meno di ciò che siamo.
Nella mia vita ormai catalogo moltissime persone sotto la dicitura marmo.
Infatti queste persone sono come piccoli blocchetti di marmo, perfetti lucidi, inattaccabili e solidi.
La loro prerogativa è che in unione con altri blocchetti identici a loro possono formare una lastra di marmo, solida e ben amalgamata. E quando si uniscono queste persone si sentono invincibili e non temono nulla, riescono a scontrarsi con qualsiasi cosa senza il timore di subire danni… alle volte quando lo scontro è forte magari qualche blocchetto non ce la fa e rimane scalfito, ma la lastra è ben solida e arriva a destinazione… sempre.
Non hanno tempo da perdere si vuole tutto e subito e senza discussioni.
Attenzione, nulla può intaccare l’obbiettivo della lastra e nulla viene recepito o filtrato ai blocchetti perché tutto scivola addosso al marmo e tutto passa in secondo piano rispetto all’obbiettivo comune.
Io invece, mi sento più rappresentato da una piccola spugna, naturale, leggera, unica se vogliamo, piena di spazi vuoti, ma ricca di sostanza. Pronta a prendere forme diverse, ad assorbire tutto ciò in cui s’imbatte per caso, per gioco… per vivere.
La spugna viaggia da sola, portata dal vento.
Non ha un obbiettivo specifico.
Alle volte gli succede d’intrecciarsi con altre piccole spugne, simili a lei, gli capita di sporcarsi, o di strapparsi, capita spesso però che sia lei a decidere di donare un po’ di se, per la vita, e all’ora si lascia strappare via un pezzo, senza pretendere nulla.
Altre volte invece prende senza domandarsi se le piacerà. Tutto ciò che gli capita è bellissimo, infondo lei non ha chiesto nulla, assorbe tutto senza risparmiarsi e alle volte rimane intossicata dalla cattiveria che aleggia intorno a lei, altre volte gli capita di rimaner estasiata dalla tanta bellezza che le offre la vita.
Quando una spugna incontra il ghiaccio sa che dovrà attendere, ma per lei il tempo non è un problema, conosce il corso naturale delle cose.
E quando sul suo cammino trova il marmo, non ha paura, semplicemente lo ignora, la spugna sa che non deve cercare di adattarsi a mondi che non gli appartengono, finirebbe per perdere la sua utilità.
Altre volte,
perché è una spugna “fine”,
lucida il marmo e lo fa splendere, brillare… come non ha mai brillato prima, lo fa sentire la cosa più importante del mondo, perché alla fine di questo ha bisogno il marmo, ma è solo un attimo, appena la spugna riprende il suo cammino il marmo torna alla sua commedia e ricomincia a prender polvere, ricomincia il grigiore… ed anche se il marmo è convinto di essere sempre la cosa più importante del mondo, dentro inizia a sentire il freddo… leggero, pungente, arriva senza fare rumore, come una nevicata in gennaio… e senza accorgersene il marmo inizia a pensare sempre di più alla spugna, la vorrebbe imitare, seguire… catturare, amare… ma lui è stato plasmato come marmo e non sa cosa sia una spugna…
non la capisce, la vuole ma non sa…
e per il semplice fatto di non riuscire a comprendere e il non riuscire ad essere, il marmo si irrita e trasforma il suo desiderio d’amore in odio…
rimanendo infelice per sempre e condannandosi per l’eternità a pensare alla spugna, nei momenti belli arriverà perfino a sognarla e nei momenti bui lui finirà per odiarla ed imprecare contro di lei…
... Quando vuoi davvero l'amore, lo troverai che ti aspetta.
L’abituarsi ad un emozione, sul treno ieri ti ho sognata.
In quel vagone.
Ti ho voluta.
Il ricordo.
L’attesa.
I discorsi di persone che io non volevo.
Attimi infiniti e poi tu.
Pelle contro il mio pensiero.
Inerme forza per provare a fermare l’inevitabile.
Svolgersi di te. Su di me.
Ti amo. Inevitabile paura.
Ti amo. Falso pregiudizio.
Ti amo come colore fresco che cola su una tela candida. E subito dopo divento un sigaro.
E fumo voluttuoso tra le umide labbra di un dott. di Londra. Soffice e sinuoso m’infilo nella lieve stempiatura brizzolata. Sono la nera lana del suo dolce-vita.
Sono il ghiaccio nel bicchiere di Brandy.
Sono il tuo ultimo orgasmo.
Sono altro ma non te lo dico.
Sono la farfalla della morte.
Sono una madre che ha paura di suo figlio.
Sono il dolore.
Ti cercherò quando un giorno riderai di me.
Senza saperlo.
Ad una tua amica tu parlerai di me.
Senza soggetto.
Senza verbo.
Senza “esistere” io sarò impresso nelle tue parole.
Sete di te m'incalza nelle notti affamate. Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita. Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa. Sete di metallo ardente, sete di radici avide. Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.
Sei piena di tutte le ombre che mi spiano. Mi segui come gli astri seguono la notte. Mia madre mi partorì pieno di domande sottili. Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci. Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo. Solco per il torbido seme del mio nome. Esista una terra mia che non copra la tua orma. Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.
Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla. Come poter non amarti se per questo devo amarti. Se questo è il legame come poterlo tagliare, come. Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa. Sete di te, sete di te, ghirlanda arroce e dolce. Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane. Gli occhi hanno sete, perchè esistono i tuoi occhi. La bocca ha sete, perchè esistono i tuoi baci. L'anima è accesa di queste braccia che ti amano. Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo. Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete. E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.
da Il Fromboliere Entusiasta
Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Cosi'...Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E' lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare.